È arrivato il momento di parlare di Google+ (o Plus, se preferite).
Il nuovo social network sfornato dal Colosso di Mountain View sembra essere riuscito decisamente meglio del precedente tentativo (Google Buzz). È pienamente integrato con altre piattaforme Google di gestione contenuti (come Picasa per le immagini) e permette una condivisione di post verso “cerchie” di utenti. Rispetto a Facebook è proprio questa agevole condivisione per gruppi a fare la differenza.
Alla base del progetto sembra esserci la diffusione del pulsante +1, di cui abbiamo già parlato, e che sarà il meccanismo con cui Google modificherà le SERP (pagine dei risultati dei motori di ricerca) degli utenti.
Ad ogni keyword corrisponderà, quindi, non più una SERP, ma una moltitudine di SERP diverse, a seconda delle preferenze espresse dagli amici, conoscenti e legami deboli di chi quella keyword l’ha cercata in Google.

Non a caso non ci siamo limitati ad indicare genericamente col termine di “amici” gli utenti in grado di modificare i NOSTRI risultati di ricerca con i LORO +1. Perché sui social, lo sappiamo bene, non ci si limita ai 150 contatti in media che un essere umano riesce a gestire, ma si va ben oltre i 2-300 “legami deboli“. Questa definizione, approfondita nello studio che riportiamo di seguito, apre le porte ad implicazioni sociologiche interessanti.

Come emerge dalla ricerca condotta sui legami deboli nei social network, quindi, la reciproca influenza di cerchie di utenti web ha la capacità di generare massa critica capace di azioni comuni. Per ora non siamo in grado di prevedere come questo modificherà la realtà, ma siamo certi che il web è cambiato, è più “forte” (si parla di Web Potenziato come definizione possibile dell’attuale stadio evolutivo del web, da 2.0 a 3.0).
Il pulsante +1 e la sua integrazione con i risultati di ricerca, come abbiamo già avuto modo di dire, favorirà senz’altro l’influenza della referenza sociale e le conseguenti capacità “organizzative” di masse di utenti web.

La domanda ora è: Google ha pensato a tutto questo quando ha lanciato il pulsante +1 e il social network Google Plus?
Secondo noi no.  Anzi, probabilmente Google aveva solo questi tre obiettivi:

  • “umanizzare” il suo algoritmo di ricerca, perché nessun computer o calcolo matematico può selezionare un contenuto pertinente e di qualità meglio di un essere umano;
  • fare concorrenza al diffondersi del pulsante I-Like di Facebook sui siti web;
  • fare concorrenza allo stesso Facebook come social network di riferimento sul panorama mondiale.

Obiettivi aziendali logici e condivisibili. Ma poi la “maturità” del canale web ha fatto il resto…

Google Plus
Google Plus va oltre le connessioni di utenti e la condivisione di contenuti: Egli "crea"...