Il 14 e 15 dicembre si è tenuta a Rimini l’edizione 2018 del Search Marketing Connect, importante evento dedicato al mondo della SEO (Search Engine Optimization), Web Analytics e delle campagne PPC (Pay per Clic). Una due giorni riminese giunta alla tredicesima edizione, con contributi ed interventi di qualità volti ad approfondire temi di grande interesse per gli addetti ai lavori come i nostri Marco e Guido, esperti rispettivamente di PPC e SEO. Durante gli interventi in sala plenaria, sono state toccate alcune tra le tematiche attualmente più in auge nel mondo delle campagne online, ma si è anche discusso del mercato delle web-agency in Italia. Per quanto riguarda la SEO, in plenaria si è discusso di strategie per il 2019 e del Medical Update. Vediamo nel dettaglio le novità discusse all’evento.

Search Marketing Connect

Le novità per il mondo PPC secondo Marco
Oltre agli interventi in plenaria, ai quali hanno partecipato migliaia di professionisti, durante il Search Marketing Connect si sono svolti anche interventi in sale di dimensioni più ridotte, che hanno consentito di approfondire nel dettaglio le novità del 2018 e del 2019. Marco, responsabile di Archimede per il Social Media Marketing e il Digital Advertising, ha partecipato a tutti gli interventi delle sale PPC e ha raccolto preziose informazioni riguardanti principalmente il Machine Learning, la nuova interfaccia di Google Ads e gli script per automatizzare e perfezionare le campagne online. Tre hot topics con cui si confronta nel lavoro di ogni giorno.

Il Machine Learning
Il Machine Learning è un sistema di auto-apprendimento implementato da Google ed entrato a pieno regime nella seconda metà del 2018, prima in Google AdWords, poi in Google Ads. Si basa su una serie di segnali, statistiche e indicatori, e consente a Google di effettuare azioni di ottimizzazione grazie a un processo di apprendimento automatico nel tempo. Diversamente dal passato, in cui le campagne Google AdWords avevano un’impronta e una gestione principalmente manuale, nel presente e nel futuro il Machine Learning diventerà sempre più un prezioso alleato dell’inserzionista per ottimizzare in modo automatico e indolore investimenti anche molto rilevanti.

Bye bye Google AdWords, benvenuto Google Ads!

smc2018
Ad agosto è partita la rivoluzione in casa Google che ha trasformato Google AdWords in Google Ads. Non si è trattato solo di un cambiamento di facciata, della semplice modifica di un logo o di un nome. Nelle ultime settimane dell’estate, e nel caso di Archimede da ottobre, si è assistito al progressivo spegnimento della vecchia interfaccia di Google AdWords a favore della nuova di Google Ads. Molti inserzionisti, tra i quali anche Marco e Guido, hanno dovuto imparare a lavorare sulla nuova piattaforma, che presenta una skin più moderna e diverse funzionalità, che svolgono in modo automatizzato azioni di reportistica avanzata, costruzione di annunci, selezione di parole chiave, ecc. Durante il dibattito sul nuovo Google Ads, si è discusso delle opportunità della nuova piattaforma, ma anche delle difficoltà (non poche) nel passaggio dal vecchio sistema a quello attuale.

Gli script in Google Ads
Il 2019 sarà l’anno di Google Ads e degli script di automatizzazione, che troveranno la massima integrazione nella piattaforma attuale. Per script, parlando con termini meno tecnici, si intendono codici da inserire in Google Ads con gli scopi più disparati: auto-ottimizzare le campagne sulla base di costi per clic o costi per conversione, attivare o disattivare gli annunci secondo precise indicazioni, e molto altro. Uno script in particolare ha colpito il nostro interesse, perché potrebbe essere di grande aiuto per il lavoro che svolgiamo con inserzionisti nel mondo del turismo. È ancora allo stadio sperimentale e se ne è discusso durante l’intervento “Anche le campagne Paid Search soffrono di Meteoropatia”, ma il nuovo script consentirebbe di aumentare o diminuire le offerte per parola chiave, o perfezionare gli annunci, durante i momenti di bel tempo e maltempo. Immaginate quali scenari potrebbero aprirsi per gli hotel o i consorzi turistici con uno script che migliora la performance di annunci e parole chiave durante le nevicate, o durante il caldo afoso estivo, incrementando la visibilità delle strutture ed attirando più turisti.

SEO Strategy: i motori di ricerca come “motori di cambiamento”
Il primo intervento in sala plenaria, tenuto da Marco Quadrella, ci ha immediatamente proiettati su quali saranno i temi caldi in ambito SEO per il 2019.

I dati degli ultimi anni confermano quello che sarà il trend dei prossimi dodici mesi: il motore più famoso di Mountain View sta diventando sempre più un “motore di cambiamento”. Negli ultimi tempi infatti gli aggiornamenti degli algoritmi, più o meno noti, si sono fatti sempre più frequenti. Il Machine Learning progredisce sempre più velocemente, non solo per quanto riguarda l’advertising, ma anche per la parte organica del motore: cioè la SEO. Rimane dunque di fondamentale importanza il monitoraggio costante e puntale della visibilità e del posizionamento del proprio sito, oltre che l’aggiornamento continuo in tema SEO. Solo in questo modo si riuscirà ad essere pronti qualora vi fossero conseguenze negative sul posizionamento in seguito a un cambio di algoritmo.

Quadrella ha poi sollevato un altro tema noto, ma che nell’ultimo periodo si sta sempre più intensificando: il rapido aumento delle ricerche no-click. Parliamo degli utenti che una volta effettuata una ricerca non visitano un sito o un portale, poiché Google fornisce loro già la soluzione direttamente sulla pagina dei risultati della ricerca. Perché Google fa questo? La risposta è insita nel funzionamento del Machine Learning. Google ha necessità che i propri utenti si fermino sul motore, e interagiscano con lo stesso. In questo modo riuscirà ad accumulare sempre più dati e comportamenti da dare in pasto al proprio meccanismo di automazione, migliorando di conseguenza gli algoritmi di ricerca. Tutto questo ovviamente a “scapito” di noi SEO Specialist e dei siti presenti su Google, che a causa di tale impostazione vedranno diminuire il traffico dal canale organico, anche in caso di visibilità invariata.

Ma un SEO Specialist cosa può fare per cercare di allinearsi a questi cambiamenti?

Ecco in breve la to do list:

  1. Sfruttare l’intelligenza artificiale e il Machine Learning, senza limitarsi a subirli. Con l’avvento di queste tecnologie stanno nascendo diversi tool che consentono di automatizzare alcuni lavori. Tra questi c’è da provare sicuramente “AI Summarizer”, un tool che consente di riassumere automaticamente un testo, e “Cloudinary”, strumento che consente di generare automaticamente una descrizione delle immagini.
  2. Spostare in avanti la visione strategica: il Voice Search influenzerà sempre di più il Content Plan. Pensare già a contenuti che vadano a rispondere agli intenti delle ricerche vocali sarà la sfida del 2019.
  3. Diversificare il plan in base ai diversi intenti di ricerca, e non cercare unicamente di migliorare la posizione delle keyword già presenti.

La SEO per il turismo
In questo workshop tenuto da Marco Volpe abbiamo avuto modo di rinfrescare le basi per una corretta ottimizzazione dei contenuti del sito di un hotel.

La prima cosa che il relatore ha voluto sottolineare è un appunto noto ai più, una sorta di provocazione, ma che fa sempre bene ricordare:

Cosa vendono gli hotel? Tante cose, ma sicuramente NON vendono camere!

Impostare il sito di un hotel in modo che punti solo a vendere le camere non è una buona prassi. Certo, l’hotel si regge sulla vendita delle camere e gli introiti che derivano da queste, ma quello che si deve vendere al proprio ospite è ben altro.

Come facciamo a scoprirlo? Qui Marco ha affermato che la procedura migliore, secondo la sua esperienza, è quella di chiedere direttamente ai clienti e redigere un Customer Survey, il classico sondaggio. Le domande da porre secondo lo speaker dovrebbero essere:

– Cosa cerchi all’inizio di un viaggio?
– Perché ci hai scelto?
– Cosa ti è rimasto impresso?
– Qual è il “dettaglio” che ti è rimasto più impresso?
– Racconta l’albergo in 3 parole.

In base ai risultati ottenuti occorrerà:

  1. Creare contenuti per convincere l’utente a cliccare sul nostro sito, facendolo “sentire” sul sito giusto.
  2. Creare contenuti che intercettino gli utenti nei diversi micromomenti del customer journey.

Piccola curiosità, Marco ci ha confidato che dai risultati di molti dei loro questionari è emerso che la maggior parte dei clienti degli hotel all’inizio del viaggio sono in cerca di relax. È dunque la soddisfazione di questo bisogno che gli hotel devono cercare di vendere, non solamente le camere.

SEO Audit Avanzato
L’ultimo intervento sul posizionamento che abbiamo seguito è stato quello di Giovanni Sacheli, che ha elencato e approfondito attraverso link di documentazione ben 90 passaggi per l’elaborazione di un SEO audit avanzato.

Questa procedura consente a un SEO Specialist di valutare lo stato di salute di un sito e la sua possibilità di ranking sui motori di ricerca, oltre che di individuare possibili accorgimenti da intraprendere per incrementarne il traffico organico.

Seguiteci sul blog, prossimamente è probabile che dedicheremo ulteriore spazio a questo tema, che da solo meriterebbe almeno un altro articolo 🙂

Guido & Marco