Spesso ci chiedono, sia colleghi di altre web agency che clienti, come mai non abbiamo scritto un post sul tanto demonizzato Google Panda…
La risposta è molto semplice: siamo convinti che non inciderà sui nostri siti web, che architetturalmente sono stati progettati per ospitare contenuti di qualità.
Sono circa tre mesi che sul web impazzano le più disparate teorie su chi e quanto penalizzerà il nuovo aggiornamento dell’algoritmo di Google; ma noi ce ne siamo stati in silenzio ad attendere l’arrivo di questo update anche in Italia, per analizzare un po’ di dati.
Ora che finalmente l’aggiornamento “PANDA” è attivo anche per la lingua italiana (dal 12 agosto), e abbiamo analizzato i primi dati di traffico, possiamo dire che avevamo visto giusto: non ha penalizzato né i nostri siti né quelli dei nostri clienti di cui curiamo il posizionamento.
![PANDA algoritmo di Google PANDA algoritmo di Google](https://blogfolio.archimede.nu/wp-content/uploads/2011/08/Google_Panda_in_italia.png)
Come era nelle intenzioni di Google, infatti, tale update ha penalizzato i grossi aggregatori di contenuti, che erano pieni di testi duplicati, pescati in vario modo presso le fonti originarie (Feed, directory, motori di ricerca tarati su temi specifici, ecc.).
Finché ci sarà accortezza nel produrre e pubblicare contenuti inediti e di qualità, il Panda non potrà far male a nessuno!
A proposito di “panda” che fanno male, non possiamo non regalarvi una sana risata con un video creativo e virale che da diversi mesi fa il giro del mondo: MAI DIRE NO AL PANDA!
E per continuare con della sana ironia, vi proponiamo un bel raccontino che abbiamo scritto sul “Panda Google“:
IL MIO GOOGLE PANDA
Google è un nome abbastanza idiota per un panda, ne convengo.
Me l’hanno fatto notare gli amici e persino Marta, che appioppa improbabili nomi alle bestie che tenta di portare in casa, si è detta un pò schifata.
Ma io sono stato irremovibile. O il panda si chiamava Google o qui non entrava.
È stato il mio unico dictat e ha funzionato. Marta ha ceduto. E ora ho un panda di nome Google che gira per casa e si ingozza a salatini e succhi di frutta, alla faccia di chi dice che mangia solo roba di qualità.
Ma com’è successo che mi contendo il divano con un musetto peloso bianco e nero, che mangia schifezze e produce più rifiuti solidi di un plotone di marine?
Per saperlo occorre tornare indietro, all’inizio delle tante sospirate vacanze dell’estate 2011.
Temevo il ferragosto.
Ogni anno Marta partiva con la tiritera sulla barbarie dei cani abbandonati e tentava di infilarne uno per la porta di casa.
E io li rispedivo immancabilmente al mittente, con la scusa che i cani non hanno un muso abbastanza simpatico per i miei gusti.
«È una scusa stupida!» diceva lei «Quelle povere bestie soffrono!»
«Soffro anch’io, a vedere i loro brutti musi.» rispondevo io, sfidando le sue ire da donna emancipata e socialmente impegnata e guadagnandomi l’appellativo di maschio sciovinista insensibile e bastardo.
La vita è una questione di compromessi. E gli epiteti mi andavano alla grande finché i cani rimanevano fuori casa.
Quest’anno mi aspettavo che partisse alla carica come al solito. Invece, verso la metà di luglio, mi spiazzò con la domanda:
«Qual è un muso abbastanza simpatico per i tuoi gusti?»
Annaspai. Cercava di fregarmi con le mie stesse armi. Marta è astuta ma io di più. Feci un gran sorriso e dissi:
«Non trovi che il panda sia un animaletto verameeeente simpatico? Con quel musetto puccioso è proprio un amore!»
Accompagnai il tutto con la gestualità esagerata tipica delle donne, ma Marta, chissà perché, non rise. Anzi, mi scoccò un’occhiata fulminante, il cui sottinteso era suppergiù: brutto schifoso, dove cavolo lo trovo un panda abbandonato in Italia?
Io colsi il sottinteso e gongolai. Avevo vinto.
Fino al 12 di agosto.
Il giorno in cui lei si presentò alla porta di casa con in braccio un orsetto a chiazze bianche e nere e con un sorriso trionfante che di sicuro stava per: non te l’aspettavi che lo trovassi, eh?
Lo ammetto. Non me l’aspettavo.
Tentai l’ultima carta.
Marta odia con tutta se stessa l’informatica e tutto il mondo del web. Dice che è una cosa stupida parlare di Google come se fosse una persona e non un insieme di calcoli matematici e di impulsi elettrici. Le do ragione. Questo è il motivo per cui un SEO non sembra mai tanto normale quando parla con gli esseri umani.
«Oggi è un giorno importante per il mio lavoro» dissi «Chiamiamolo Google. Il panda Google. Che ne dici?»
Come dicevo, la vita è una questione di compromessi.
Ho scoperto a mie spese che non sempre il compromesso è la soluzione migliore.
Se avessi ceduto anni prima, a quest’ora avrei un botolo che mangia il suo ciappi, dà la zampa e mi porta le ciabatte.
Invece è andata così. Ho vinto sul nome, e ora mi gira per casa un bestione di oltre cento chili che si chiama come un algoritmo e che ingolla ogni genere di schifezza.
Di nome e di fatto, il mio Google Panda.
Però ha un musetto tanto puccioso!
![google-panda-arriva-in-italia google-panda-arriva-in-italia](https://blogfolio.archimede.nu/wp-content/uploads/2011/08/google-panda-arriva-in-italia.jpg)
La morale è: a noi Google Panda sta simpatico!
3 commenti
Ho appena verificato anche le statistiche di accesso al mio blog (http://wholeworldtrip.blogspot.com): sono in crescita, nonostante sia sparito il traffico derivante dai siti aggregatori che precedentemente portavano costantemente visite. In particolare u00e8 completamente assente il traffico da “espertoseo.it”, sul quale sono stati pubblicati in passato alcuni articoli (solo l’abstract con il link al blog). nnLa conclusione: Google Panda restituisce il traffico alle fonti originali del contenuto, penalizzando chi ripubblica tali contenuti.nnPer i “fan” di EspertoSEO… qui racconta quello che u00e8 accaduto al suo sito:u00a0http://www.espertoseo.com/blog/schivando-pandanDirei che il Panda sta simpatico anche a me!
che figo!!! ahahhahah
Dolcissimo il pandino!!! XDnGrandissimo come sempre Matty, son morta dalle risate! Bravo!!!!