Sempre più spesso si sente parlare di Open Data, molte volte su siti specializzati o riviste di settore. Il concetto, che tecnicamente può essere considerato complicato e per “addetti ai lavori”, è in realtà molto semplice.
Immaginiamo per un momento quale può essere la quantità di dati che le varie amministrazioni pubbliche hanno raccolto su di noi durante la nostra vita. Dati anagrafici, sanitari, catastali: centinaia e centinaia di certificati, richieste e documenti archiviati dagli addetti degli uffici più disparati (comuni, ospedali, Università, scuole…) nei propri database. Moltiplichiamo questa quantità per il numero di persone di una città, provincia o regione.
Un numero grande, eh? E tutto questo solo per quanto riguarda i cittadini.
Aggiungiamo a questo numero la quantità di dati a disposizione degli enti pubblici relativamente al territorio: strade, sentieri, piste ciclabili, beni ambientali, impianti di risalita, ecc..
Come dimenticare poi i dati inerenti i vari settori della vita economica di un ente o di una comunità: consulenze, appalti, gare, concorsi.
Il numero di informazioni raccolte dalle PA è sempre più grande ma, per assurdo, nascosto all’esterno e quindi ai cittadini. Infatti, a fronte di questa vastità di informazioni, vi è sempre stata una sorta di chiusura degli archivi da parte delle amministrazioni. Il cittadino, però, dovrebbe avere la possibilità di accedere a questa conoscenza che è, per definizione, pubblica.
Proprio in questa direzione si stanno muovendo molte amministrazioni “illuminate”, le quali, sul modello inglese e americano, stanno aprendo all’esterno i propri database. Le prime regioni italiane a pubblicare propri dati sono state Piemonte e Lombardia, ma negli ultimi mesi vi è un susseguirsi di notizie inerenti l’apertura degli archivi da parte di molte amministrazioni sia locali che centrali. All’inizio 2012 anche in Trentino vi è stato il primo esperimento in tal senso, con l’apertura dei dati geografici relativi al “Sistema Informativo Ambiente e Territorio” della Provincia Autonoma di Trento.
Nel momento in cui queste iniziative ed esperimenti diventarenno la prassi, e tutte le amministrazioni punteranno all’apertura dei dati pubblici, sarà possibile sviluppare servizi e applicazioni atte a riutilizzare tali dati e ad informare, al meglio ed in varie forme, i cittadini.
Come in ogni settore emergente sul Web, anche in quello degli Open Data occorre know-how e creatività. Proprio per questo Archimede ha deciso di aprire un filone di ricerca sugli Open Data, in modo da dare il proprio apporto anche in questo ambito.
2 commenti
se vi interessa a Trento c’e’ Maurizio Napolitano che e’ rappresentate italiano di Open Knowledge Foundation e siede a diversi tavoli nazionali sul tema open data.
Queste alcune sue slide
http://www.slideshare.net/napo/open-government-data-some-hints-about-italy/
Grazie della segnalazione; siamo già in contatto per iniziare a collaborare nel tavolo di lavoro “Trentino Open Data”.