Ieri ho mangiato nuvole, oggi piango pioggia.

Le neuroscienze sono per chi sta leggendo questa seconda riga. Cercano di spiegare, e da qui viene il cosa sono, il funzionamento del sistema nervoso.

Grazie a questo approccio multidisciplinare e “drammaticamente” interessante, Neuro Archimede è entrata nel fantastico mondo del “cose super iper fighe che accadono dentro al nostro cervello”.

Neuroscienza e Neuroscienze

 PET

Se diciamo PET, pensate alla pet therapy o al petting? Probabilmente le donne all’una (con trasporto e affetto verso i cuccioli di ogni specie) e gli uomini all’altro (con l’insoddisfazione di chi sa già che probabilmente non otterrà altro). Pensate giusto entrambi. Infatti il cervello, questa magnifica cosa che abbiamo tutti e che gli uomini sanno usare poco, non richiama soltanto il significato letterale delle parole, ma le categorie di significato che portano con sé.

Un neuro scienziato invece, uomo o donna che sia, penserà a  PET come a una tecnica di medicina nucleare, la tomografia a emissione di positroni, e tenterà di capire come fare a ottenere un finanziamento per sostituirla con la fMRI che dà enormi soddisfazioni in più.

E allora? E allora niente, perché tanto la maggior parte di voi avrà già scrollato in basso, alla ricerca delle conclusioni.

SCORCIATOIE (E RICORDI)

Chi è saltato alle conclusioni e non ha letto questo paragrafo intermedio, non saprà mai perché lo ha fatto. Avrà creato una scorciatoia e non saprà né perché, né qual è.

Queste scorciatoie si chiamano euristiche e sono spesso appaiate a ai bias cognitivi, ovvero, “cose super iper fighe che ci fanno prendere decisioni veloci”. Ci fanno saltare paragrafi interi, gradire elementi che ci vengono presentati per primi o ricordare meglio argomenti che ci vengono proposti per ultimi. Gli agenti di commercio e i rappresentanti della Tupperware, questi trucchetti, li conoscono alla perfezione.  Chi dei film ricorda solo l’inizio e la fine, adesso, ha una spiegazione.

Di bias cognitivi ce ne sono a mille. Sono scorciatoie e, in quanto tali (orrore!), errori che anche l’ingegnere informatico, massima espressione della razionalità in terra, commette sistematicamente.

I più divertenti e interessanti per la comprensione dell’influenza che hanno sulle nostre decisioni, compresi gli acquisti compulsivi, sono:

  • Effetto primacy: tendiamo a preferire e ricordare le informazioni che ci vengono date all’inizio di un discorso;
  • Effetto Von Restroff: siamo incuriositi dalle cose bizzarre e le ricordiamo più facilmente (una mucca viola o l’incipit del post “Ieri ho mangiato nuvole, oggi piango pioggia”, che voleva incuriosire e spingere a leggere un po’ di più);
  • Confirmation bias: grazie al quale ricerchiamo attivamente le informazioni che confermano le nostre convinzioni “tralasciando” quelle che le smentiscono;
  • Effetto di mezzo: non esiste, ma è quello che non ricorderete;
  • Bias di falso consenso: un parente del confermation bias secondo cui gli altri ragionano come noi e devono essere, di conseguenza, d’accordo con noi;
  • Effetto Dunning – Kruger: questo è strepitoso! Fa sì che gli individui incompetenti si ritengano superiori ad altre persone e per questo, competentissimi…;
  • Effetto recency: ed ecco perché, insieme a quelle iniziali, ricordiamo più vividamente  le ultime informazioni.

PERSUASIONE

Si può usare con le migliori e le peggiori intenzioni. E questo vi basti. Anzi…sappiate che possono anche far sorridere e la parola chiave è pick up artists

FINALE PIENO DI POST SCRIPTA

Alla fine arriva Giuliano Trenti, il nostro professionista del campo. È grazie a lui che Archimede Creativa ha cambiato nome per un po’ diventando Neuro Archimede. È lui che ci ha fatto capire quanto sia importante per noi programmatori, art director, copywriter, responsabili amministrative e di segreteria, grafici, commerciali e project manager la conoscenza di un approccio diverso da quello a cui siamo abituati. Ci ha condotto, attraverso la sua simpatia e alcune avanzate tecniche di PNL (lo sappiamo che le hai usate Giuliano, lo sappiamo…) alla conoscenza nostro meraviglioso cervello e alla multidisciplinarietà delle scienze cognitive. Ad alcuni di noi ha fatto venir voglia di leggere Neuromarketing di Martin Lindstrom e di capire che il nucleus accumbens è sì una roba che fa impazzire di piacere e ce ne fa volere sempre di più, ma è anche una “tendenza”, che probabilmente tra qualche anno si ridimensionerà a favore di qualcos’altro mentre le scoperte neuro scientifiche continueranno a chiarire sempre di più il funzionamento di noi stessi.

La suddivisione del cervello umano e i lobi che hanno a che fare con personalità, memoria, paura, impulsi emotivi e tipi di memoria avrebbero potuto essere un altro grande paragrafo di approfondimento, ma non lo sono perché non possiamo trattarli con la leggerezza di questo post.  Il come pensiamo, prendiamo decisioni e ci emozioniamo sono meccanismi molto complessi che Giuliano sa molto meglio di noi e ha saputo spiegarci durante il percorso formativo che abbiamo affrontato insieme negli ultimi mesi. Meccanismi complessi che sono molto interessanti per chi fa il nostro mestiere, ma anche per noi nella veste di acquirenti.

P.S. La cosa più affascinante che è venuta fuori e ci piace “trascrivere” così, è che il nostro cervello e quindi noi, come esseri umani, non sappiamo ben distinguere la realtà dalla fantasia ed è per questo che le storie ci piacciono così tanto, siano esse scritte, raccontate per immagini o viste in un film. Le conosciamo bene, perché è anche attraverso la narrazione che interpretiamo la realtà.

P.P.S. Se ci attaccano a una fMRI mentre siamo chiamati a far parte di un focus group e a indicare “razionalmente” le ragioni delle nostre scelte, possiamo far impallidire, con la nostra scarsa razionalità, anche i marketing strategist più ferrati;

P.P.P.S. lo yoga, disciplina millenaria e saggia, ha delle curiose affinità con i principi su cui si basano le neuroscienze. Finalità e approccio sono molto differenti e le definizioni dello yoga non esattamente corrispondenti a quelle delle neuroscienze, ma chi pratica potrebbe capire  quello di cui stiamo parlando…

 

NOTA: le argomentazioni  di questo post non sono formative. Derivano dall’interpretazione di una copy che si scusa per le imprecisioni “neuroscientifiche” sicuramente presenti all’interno del testo.