Oggi c’è stato uno dei “terremoti” più rilevanti che si siano mai verificati sulla rete internet italiana: è collassata la rete di server di Aruba.
Qualche dato sul Gruppo ARUBA:
- è n° 1 in Italia per numero di siti in hosting e per numero di domini registrati
- è nella Top 10 mondiale per numero di siti attivi in hosting (totale Windows + Linux)
- 1.650.000 domini registrati e mantenuti
- 1.250.000 siti attivi in hosting
- 5.000.000 caselle e-mail gestite
- 5.000 server gestiti
- 1.650.000 clienti
- 3.000 mq di datacenter
- 50 Gb/s connettività fra i datacenter ed internet
- 15 Gb/s traffico sviluppato fra internet ed i datacenter
Questo colosso, oggi, è collassato. Nessuna notizia ufficiale è ancora stata fornita, ma sembra che molti dei suoi server non abbiano funzionato per tutta la mattinata, forse a causa di un’alluvione in Toscana. Per questo gran parte dei siti italiani ospitati sui quei server non sono stati raggiungibili per diverse ore.
Noi di Archimede abbiamo moltissimi siti su server ospitati nelle web farm di Aruba, per questo ci siamo visti arrivare tantissime segnalazioni, anche perché la posta elettronica collegata a quei domini era fuori uso.
Questo episodio è un esempio di come anche “l’internet del 2010”, esteso e robusto nell’immaginario collettivo, può smettere di funzionare, senza alcun preavviso, dall’oggi al domani.
Per dare un’idea del panico che questo “terremoto” ha generato sul web, vi proponiamo uno screenshot della query di ricerca “aruba” su Google Real Time (il motore i ricerca di Google che esplora i principali canali dei social network). Si può vedere, intorno alle 11 di di questa mattina, un’esplosione di commenti (tutti negativi, ovviamente) sul mal funzionamento dei server di Aruba.
14 commenti
Alla luce di quanto perfettamente scritto da te, può un’azienda simile giustificarsi dicendo che una persona ha “staccato la corrente”? Voglio dire mi da molto l’immagine del pc di casa senza ups…
http://ticket.aruba.it/News/129/disservizio-sala-dati-a-webfarm-1-di-arezzo.aspx
Grazie per averci segnalato la motivazione “ufficiale”…
In effetti è abbastanza ridicolo. Era meglio credere all’alluvione che aveva distrutto la WebFarm!
9netave (altro nome importante che offre gli stessi servizi) crolla a sua volta perchè come pochi sanno si appoggia anch’essa ai server Aruba.
Molto simpatica la vicenda, ma l’articolo riporta “errore umano” il che significa che potrebbe anche essere stato un elettricista distratto che toccando qualche filo dell’impianto elettrico (sotto tensione per far funzionare i server) ha fatto saltare l’interruttore differenziale o il salvavita.
Sopratutto i salvavita sono sensibilissimi e a volte basta veramente poco per farli scattare.
PS. non vorrei essere in lui…..
@iAlessandro: ragazzi io non sono elettricista nè sistemista ma mi fa un po’ strano parlare di un elettricista che stacca la piccola spina, a fronte di una webfarm di x centinaia di mq con “migliaia” di server.
La mia ipotesi è che hanno messo in mezzo la scusa “salvaguardare l’incolumità delle persone che lavorano all’impianto”, perché così nessuno può dirgli niente… in fondo una vita umana è una vita umana…
Furbi, quelli dell’ufficio stampa di Aruba!
Io ho sentito dire che è stat una coccinella gigante!
Questo è quello che succede quando ci si basa su servizi scadenti come quello di aruba. I problemi che ho avuto quando ero stolto e cliente loro mi hanno fatto ammattire per anni.
Un’azienda seria non può basare servizi di hosting ed email su un servizio di massa da 20 euro all’anno. Basta spendere qualche decina di euro in più e dare servizi decenti ai proprio clienti…..
Aruba va bene per i dilettanti e per i siti “casalinghi” non certo per aziende e professionisti.
Non è possibile nel 2010 appoggiare siti ed email aziendali a certe società per risparmiare 30 euro all’anno… 🙁
Condivisibile il ragionamento, Paolo.
Infatti noi non ci appoggiamo ai servizi di hosting di Aruba.
Archimede ha i propri server all’interno di una web farm di Aruba. Ed il servizio di “housing” di Aruba è ottimo, in quanto presenta una progettazione delle strutture che ospitano i server all’altezza di ogni catastrofe… 🙂
Ironia della sorte, è capitato il caso in cui è saltata la corrente anche lì!
se può essere utile, io ho recentemente trasferito i miei domini aziendali su mainsoft (www.mainpartners.it). decisamente un altro pianeta per un’azienda e per i primi tre anni il dominio è completamente gratis. E’ un provider più piccolo, certo, ma proprio per questo fino a ora mi ha garantito assistenza e soprattutto mai nessuno “disastro”.