Prima cosa: per potersi permettere di non rispettarle, le regole vanno conosciute. Con questa premessa, mi avventuro alla scoperta delle regole che la scrittura per il web si trova giocoforza ad infrangere.
Lo ripeto, anche per il web è importante conoscere i principi della buona (e corretta) scrittura. Questa è una battaglia che va portata avanti, perché troppo spesso la velocità del mezzo fa cadere nell’errore di considerare superfluo e marginale il saper scrivere.
Fatta questa premessa, osservandola da vicino la scrittura per il web sovverte alcune normali prassi, ed è giusto stare allerta per domandarsi quando la sovversione sia legittima.
Un caso interessante su cui ci siamo confrontati di recente in agenzia è l’uso dei pronomi. Dare del tu o del voi ai lettori? Al di là della scelta dell’una o dell’altra forma, buona regola sarebbe di non cambiarla, dopo averla scelta.
Ma può succedere che questa regola vada infranta; per esempio quando nel sito si inseriscono le call to action, piccole frasi che invitano l’utente a compiere una determinata azione e che lo fanno procedere nella navigazione. La forma delle call to action è necessariamente un’esortazione alla seconda persona singolare, per il semplice fatto che l’azione che ne consegue, il “cliccare”, è necessariamente di uno solo.
Come fare se stiamo parlando ai nostri lettori dandogli del voi e una call to action ci impone l’uso del tu? Un esempio per tutti: i siti degli hotels, che rappresentano uno dei clienti tipo di Archimede. In questo caso, la scelta del voi si rivela paradossalmente più calda e coinvolgente del tu: la vacanza spesso si fa insieme a qualcuno, ed è bello rivolgersi già, nella scrittura, ad almeno due persone piuttosto che a una sola.
Secondo noi (non plurale maiestatis, ma plurale delle copywriters di Archimede), in questo caso la rottura della regola è non solo legittima, ma necessaria.
Le pagine del sito si possono rivolgere a una pluralità di persone, ma l’azione momentanea, l’interazione, è dell’utente che in quel momento ci sta leggendo. Ecco quindi che l’apparente contraddizione, che salta all’occhio del lettore attento e dello scrittore di mestiere, può essere giustificata sul web dal fatto che la sua stessa fruizione attiva coinvolge chi legge.
Sdoganiamo quindi l’ambiguità per quello che riguarda le call to action, ma restiamo attenti e in guardia: all’interno delle pagine di un sito, se decidiamo di dare del tu diamo del tu, se decidiamo di dare del voi diamo del voi!