I primi di marzo ho deciso, grazie ad Archimede, di trascorrere un weekend lungo all’insegna dello studio e della formazione in quel di Padova (Fondazione Fenice – Green Energy Park). Obbiettivo? Certificarsi! Eh sì, anche i project manager si certificano, non solo gli specialist. E che certificazione!
Ma andiamo per gradi, iniziamo con qualche dettaglio tecnico.
In Italia sono diffuse varie certificazioni di Project Management: PMI, IPMA, PRINCE2, ISIPM. Io ho frequentato il corso per conseguire quest’ultima, rilasciata dall’Istituto Italiano di Project Management.
Contenuti del corso
Il corso si è articolato in 3 giornate per un totale di 21 ore in 3 moduli/gruppi di conoscenze:
- Gruppo A – Conoscenze di contesto: i concetti base del Project Management;
- Gruppo B – Conoscenze tecnico metodologiche: gli strumenti e le tecniche operative per una corretta gestione dei progetti;
- Gruppo C – Conoscenze comportamentali: le cosiddette “soft skill”. Ad un PM non sono richieste solo abilità tecniche ma anche abilità personali e relazionali, che sono la base per realizzare un Project Management di successo (leadership, motivazione e orientamento al risultato del team, problem solving, risoluzione dei conflitti).
Il modulo aggiuntivo: Play Seriously With Project Management
L’ultimo giorno del corso è stato dedicato ad una metodologia creativa che agevola e accelera i processi razionali, decisionali, comunicativi e le tecniche di problem solving all’interno di gruppi di lavoro. Possiamo definirla come una tecnica di brainstorming evoluto: il metodo Lego® Serious Play® (ideato da Lego a metà degli anni 90 per contrastare la crisi data dal mercato dei videogames).
In pratica ogni partecipante del corso è stato invitato ad alzarsi e scegliere i mattoncini Lego che preferiva per realizzare delle costruzioni che rappresentassero i concetti richiesti dal docente. Il tutto in più sessioni di tempo definito, con successiva spiegazione delle scelte e delle opere realizzate.
“Con le mani si pensa meglio”: il 70/80 % delle connessioni neurali avvengono tra le mani e il cervello. Abbiamo riscontrato che i mattoncini colorati facilitano le dinamiche di gruppo perché il singolo individuo trova più semplice spiegare le sue idee, crea metafore, usa l’immaginazione, si racconta e carica di significato gli oggetti.
Altri punti di forza riscontrati dall’utilizzo di questo metodo sono:
- Ad una stessa domanda, le risposte sono tutte diverse e più innovative;
- È un metodo democratico, non emerge il leader, ma il gruppo;
- Vengono affrontate questioni difficili con un approccio leggero;
- Il metodo avvicina le persone, superando i limiti delle classiche riunioni governate da una minoranza dei partecipanti. In questo modo tutti parlano, tutti contribuiscono.
Normativa UNI ISO di riferimento
I contenuti formativi del corso sono coerenti con la norma UNI ISO 21500:2013 – Linee Guida per la gestione dei progetti e sono quindi stati sviluppati tenendo conto degli specifici riferimenti alla realtà legislativa normativa italiana.
La norma UNI ISO21500:2013 descrive le linee guida e gli standard di Project Management applicabili in ogni tipo di organizzazione e da qualsiasi tipo di progetto, di qualunque complessità, dimensione e durata.
I contenuti di questa norma sono richiamati dalla successiva UNI 11648:2016 Attività professionali non regolamentate – Project Manager – Definizione dei requisiti di conoscenza, abilità e competenza.
Modello di riferimento della certificazione
Tutte le certificazioni di Project Management si basano su un modello di maturità di riferimento, in pratica un modello organizzativo che quantifica e misura le competenze di un’organizzazione nella gestione dei progetti. La certificazione ISIPM fa riferimento al modello Prado, sviluppato e testato dal brasiliano Darci Prado.
L’Istituto Italiano di Project Management ha deciso di adottare questo modello dopo aver analizzato i principali modelli presenti sul mercato. Questo modello è stato giudicato “leggero”, ma non per questo meno efficace, nella convinzione che oggi in Italia sia necessario avviarsi lungo il percorso che conduce a una gestione sempre più snella ed efficiente dei progetti.
Per definire il livello di maturità dell’organizzazione, il modello prevede un questionario di auto-assessment di 55 domande compilabile online all’indirizzo http://www.maturityresearch.com/novosite/it.
Il risultato posiziona l’organizzazione su uno dei 5 livelli previsti dal modello (da iniziale a ottimizzato).
Il modello Prado fornisce anche una guida per impostare un piano di crescita strutturata dell’organizzazione, che permetta di passare dal livello di partenza individuato a un livello successivo desiderato.
L’esame
Per prepararsi all’esame ci sono il testo di riferimento Guida alle Conoscenze di Gestione Progetti e le utili slide del corso con gli esercizi. Io ho sostenuto l’esame il 23/05 nella stessa sede del corso: 60 domande a risposta chiusa in 90 minuti. Sei In con 40/60, sei Out con 39/60.
Il 28/05 sono diventata ufficialmente In, una PM certificata.
Certificazione… e adesso?
Qual è la prossima sfida? Sicuramente l’applicare la grande quantità di concetti teorici appresi nella pratica quotidiana della gestione progetti, ma la sfida ancora più tosta sarà il portare questi rigidi strumenti e tecniche in un’agenzia di comunicazione organizzata come una “grande famiglia”, creativa, flessibile e poco incline a sottostare ai rigidi limiti imposti dalla normativa.
Qualche cit. in PM style
Quando hai troppi imprevisti è perché non hai pianificato bene.
Preoccupati quando il progetto va male, ma ancora di più se va bene.
Anche il miglior Project Manager, senza mezzi adeguati, non va lontano.
La differenza tra un sogno e un obbiettivo è semplicemente una data.
Martina Conci