Dal Diario di Mariela
Trento, 27 dicembre 2023

Cosa c’è di peggio che passare il Natale da soli?
Me l’ero sempre chiesto. Da dodici anni a questa parte lo sapevo.
Il peggio è non passarlo affatto.
Dodici anni prima Luc Martens è morto, stecchito da un proiettile sparato a bruciapelo da una 9 millimetri.

Lo avevamo trovato disteso in ufficio, quasi rannicchiato in terra, con un sorriso furbo sulle labbra. Quel sorriso che aveva quand’era soddisfatto. Quando un’intuizione improvvisa lo coglieva o risolveva qualcosa di importante che l’aveva tenuto occupato per giorni.
Sembrava un bimbo che ha appena condiviso un segreto con il suo migliore amico.
Era il 30 dicembre 2011, e lui aveva quel sorriso da bambino e un buco in fronte.
E il suo segreto l’avrebbe seguito nella tomba.
Cosa poteva aver condiviso con il proprio assassino di così profondo da accettare di scivolare nell’oblio senza rimpianti?
All’epoca non sapevamo nulla di Luc Martens. Nessuno ne immaginava l’esistenza.
Solo ora che il Web 4.0 è una realtà, la verità è venuta a galla. Perché i vecchi algoritmi e gli eventi ad essi correlati non interessano più a nessuno.
Tranne che a noi dell’agenzia. Tranne che a me.
Perché, anche se non lo conoscevo, una cosa la posso dire: Luc Martens era mio amico.

2 dicembre
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