Nel mondo del webdesign (e non solo) si sente molto parlare di UX Design.
Questo concetto viene spesso erroneamente associato all’UI design, ovvero la progettazione dell’interfaccia web. UX Design e User Interface Design non vanno confusi, poiché sono due momenti differenti del processo di progettazione di un’interfaccia o servizio. Entrambi gli ambiti cooperano e coesistono per definire la relazione che l’utente avrà con un prodotto (sito web o App) o un servizio.
Diamo una definizione al concetto di UX
UX sta per User Experience, ovvero l’esperienza dell’utente. Quest’ultima rappresenta l’insieme delle sensazioni, emozioni e sforzo cognitivo che l’utente prova e spende rapportandosi con un prodotto o servizio.
L’UX design deve sempre partire dalla persona, considerarla il fulcro del processo di progettazione, non bastano il target o le personas… occorre cercare di comprenderne le strutture mentali: come pensa, come sceglie o come nota un qualcosa. Alle azioni si sommano le emozioni e gli aspetti motivazionali, poiché UX non è solo usabilità, è anche un incipit a scatenare nell’utente motivazioni estrinseche (uno scopo) e intrinseche (il godimento). I sentimenti, le riflessioni, le aspettative e le delusioni sono dati fondamentali per imprimere nell’utente una valutazione positiva di un oggetto /servizio e conseguentemente il brand ad esso collegato.
Lo User Experience Design (UXD) è quindi quella disciplina che studia l’esperienza degli utenti, a partire dalla cultura, i sentimenti e le capacità pratiche e intuitive di cui sono portatori, con lo scopo di far vivere un’esperienza positiva. Il processo di UX design è circolare, non si ferma alla release iniziale del prodotto o servizio, ma studia anche gli aspetti che intercorrono durante l’utilizzo per migliorarne gli aspetti anche per il futuro.I risultati e gli insights che trapelano dall’indagine sull’esperienza servono a definire una strategia che renda efficace e gradevole il prodotto o servizio.
Perché l’UX design è un vantaggio?
La positività dell’esperienza rappresenta il motivo per cui una persona sceglie un prodotto o servizio piuttosto che un altro. Chi investe in UX design otterrà un vantaggio competitivo a lungo termine poiché permette di aumentare il tempo di permanenza sul sito web, le conversioni e la fidelizzazione verso il brand, ridurre i reclami e, di conseguenza, le richieste di assistenza tecnica su prodotti o servizi. In altre parole migliora la customer satisfaction dei clienti.
Non è magia, è User Experience Design!
Una solida fase di progettazione con l’utente al centro e supportata da un’attenta cura per la UX comporta:
- un design efficace e solido, perché basato su dati ricavati dal confronto con utenti reali;
- una strategia di contenuti incentrati sui bisogni reali dell’utente, tenendo conto delle sue caratteristiche e delle modalità attraverso cui le fruisce;
- l’identificazione dei momenti in cui un utente si relaziona con il sito, allo scopo di progettare l’approccio iniziale, l’interazione e i risultati di tale fruizione, in modo coerente con un’esperienza complessiva positiva.
Per soddisfare questi aspetti bisogna però capire appieno i metodi e gli strumenti della UXD, approccio multidisciplinare che durante il processo richiede l’intervento di differenti figure e competenze.
Quest’ultimi spaziano dalla ricerca comportamentale, come le interviste dirette e gli user test, alla progettazione incentrata sull’utente, con strumenti come le personas, agli scenari d’uso e la customer journey.
Capita spesso che lo UX designer si spinga sino al disegno preliminare del sito, realizzando schizzi o prototipi e studiando le interazioni tuttavia la grafica dell’interfaccia di un sito web (o servizio) è solo la parte finale del design dell’esperienza dell’utente. L’UX Design proprio per le sue caratteristiche intrinseche fonde assieme più fasi come il Concept Design e la prototipazione, la mappatura dei contenuti, l’architettura delle informazioni (IA), i framework, i flussi di navigazione, l’User Research (ovvero l’analisi dei requisiti) e la validazione dei dati attraverso test con gli utenti. Come accennato precedentemente l’approccio è olistico perché queste fasi hanno un andamento circolare, ognuna può essere rivista e riadattata.
UX design e approcci differenti
Tra gli UX designer ruoli e metodologie sono differenti.
In Archimede abbiamo avuto la possibilità di avvicinarci a due approcci differenti: quello più pragmatico di Jacopo Pasquini e l’approccio di stampo accademico di Stefano Bussolon.
Vediamo nel dettaglio le differenze.
In principio era il verbo…
Per comprendere i bisogni dell’utente che utilizzerà il sito web o quelli dell’azienda-cliente che ne ha bisogno, il docente Stefano Bussolon ci parla di “Grammatica dell’UX”, approccio che consiste nella traduzione della ricerca dei requisiti: durante l’analisi del cliente e dell’utilizzatore si individua un campione di soggetti da intervistare e analizzano le risposte delle interviste (risposte aperte) individuando:
– gli attori (detti gli agenti);
– i verbi (che traducono le azioni);
– sostantivi (gli oggetti);
– aggettivi (qualitativi).
Secondo la linguistica cognitiva il linguaggio è significato, pensiero e discorso si sovrappongono, divenendo la stessa cosa. Bussolon definisce il linguaggio “La strada maestra per arrivare alle strutture mentali”.
Da tale analisi e dalle regole ad essa applicate si creano nuove strutture (definite anche mappature) per la creazione di nuovi prodotti o servizi, per modificarne o trasformarne di esistenti, tradurre o interpretare una struttura precedente. Tali strutture permettono di rivelare i bisogni o le aspettative dell’utente, da lui anche non direttamente espresse. La mappatura diviene così traduzione del suo pensiero, desiderio e della sua esperienza. Il fine ultimo e più nobile dell’UX Design.
Pasquini e la Web Usability
L’approccio di Jacopo Pasquini è più pratico e si basa principalmente sul confronto tra buone e cattive pratiche di progettazione web e l’individuazione (partendo dalle personas poi validate attraverso usability test) delle reali esigenze dell’utente. Esplorando i vari ambiti web, dalle App alle strutture degli ecommerce. La sua è una visione dell’UX che valuta vari aspetti della progettazione valutando come dove e quando un device viene utilizzato (se in maniera continuativa e intermittente). Fondamentale è anche l’analisi del brand per cui il servizio viene progettato.
Se sei un utente web e hai letto questo articolo avrai capito che l’usabilità è un vantaggio, quante volte ti sei bloccato per un bottone sbagliato o un menu poco chiaro… e poiché nel web passiamo molto tempo, anche eseguendo operazioni complesse (pensiamo ad un internet banking) è sempre meglio navigare sicuri, felici e senza intoppi!
Se invece hai bisogno di un sito web ora sai che il bello e basta non sempre paga! E che un sito progettato al meglio e secondo i principi dell’UX Design si ottiene una riduzione degli gli sforzi d’utilizzo e comprensione dell’utente, ciò porterà al brand consistenti vantaggi: riconoscibilità, associazione di quest’ultimo a sensazioni positive, aumento delle conversioni e magari degli acquisti (se si tratta di un ecommerce) e minore sforzo di gestione (il CRM è sempre un problema se le lamentele sono tante!).
Quindi parola d’ordine: UX Design!
Per saperne di puoi chiederci informazioni qui!
Barbara Rovri