L’uomo delle consegne era ormai uno di famiglia, tanto che quando non si vedeva in giro, le persone erano quasi spaesate.
«Ma dov’è? Non c’è un pacco per me? Non mi ha portato niente?» dicevano tutti.

BranDman ogni tanto gli offriva il caffè, gli presentava le donne dell’agenzia e gli diceva:
«Scegli chi vuoi per il tuo harem. Tranne La Bionda, lei è sotto la mia protezione, tu mi capisci…» e gli strizzava l’occhiolino.
Al che La Bionda gli sparava una gomitata nelle costole (e un giorno mirò anche più in basso), e se ne andava via sdegnata, mentre BranDman si piegava in due dal dolore. Che donna!
Principessa invece gli lanciava un sorriso in tralice e si metteva sempre dei guanti in lattice per scartare i pacchi che lui portava, probabilmente per un giusto pudore femminile. Peccato non mettesse anche il velo, ma non si poteva pretendere tutto dalle donne occidentali.

La Nuova Segretaria, che faceva ancora un po’ di confusione coi nomi, un giorno lo scambiò persino per un cliente, perché era entrato con in mano una copia dell’Eco dalla Pineta, la rivista del famoso Pineta Hotels (copia che aveva sgraffignato in agenzia e che stava appunto per riportare).
Tempo addietro aveva persino chiesto all’Uomo che Sorride uno stipendio, dato che ormai era diventato il fattorino ufficiale dell’agenzia. E il suo futuro ex-capo lo aveva sbattuto fuori a calci in culo, troncando sul nascere una brillante carriera, ma sempre col sorriso sulle labbra. E poi c’era Stagista, che lo aiutava sempre a scaricare i colli dal furgone, perché evidentemente gli piaceva farlo.  Insomma, tutti gli volevano bene.

Si sentiva come un moderno Santa Klaus, col furgone al posto delle renne, uno spirito buono che portava un po’ di gioia sui visi spenti di quei poveretti. Gli facevano pena i dipendenti di Pitagora: sempre barricati davanti ai loro schermi, a interagire con un mondo fittizio fatto di codici binari, meta tag, annunci Adwords e altre cose assurde che un giorno qualcuno aveva tentato invano di spiegargli.
Lui non aveva capito nulla, ma una cosa la sapeva: per quei poveracci che sgobbavano in un’agenzia di comunicazione, fra SEO e c-sharp, lui era un benefattore.
Quando varcò la soglia dell’agenzia, il 27 dicembre, con un grosso pacco incellofanato sotto braccio, sembrò davvero come un Babbo Natale.

L’ultimo Babbo Natale per Pitagora Fantasiosa.

10 dicembre
10 dicembre