«Ma allora sei stato tu!» gridò Programmatore4, nel tentativo di prendere tempo «Perché?»
Programmatore3 guardò la mazza e la accarezzò con aria quasi materna.
«Mi ha fottuto la Cola alla festa di Natale. Nessuno mi può fregare la Coca-Cola
«Santo cielo! Non vorrai uccidermi per una cosa così banale?»
Programmatore3 si limitò a sorridere e avanzò di un passo. 4 capì che con la logica non sarebbe arrivato da nessuna parte. In fondo, il collega aveva già ucciso per lo stesso futile motivo. Cosa gli impediva di rifarlo?
«Ehi, vacci piano, non puoi farlo adesso!» gridò ancora Programmatore4 «Ci sono gli altri di là!»
Lui stavolta rise di gusto, una risata che non aveva nulla di normale.
«Questo tuo tentativo di rimandare l’inevitabile è patetico, per quanto comprensibile. C’è Vasco a palla. E nessuno schioda un programmatore da Vasco e dal C-sharp. Lo sai meglio di me.»
E si avvicinò roteando la mazza. Programmatore4 si strinse alla tanica e chiuse gli occhi, in preda al terrore.
«Mani in alto!» sentì urlare.
I poliziotti nascosti nell’ufficio di Lisandro uscirono con le armi spianate. Programmatore3 fu ammanettato e portato via.
«Ottimo lavoro.» disse l’Uomo che Sorride, sbucando fuori da chissà dove «Almeno un mistero è stato risolto!»
«Non capisco perché l’hai chiesto a me.» borbottò Programmatore4 «Non poteva farlo Stagista?»
Il capo sorrise.
«Quel ragazzo non è capace nemmeno di fare un caffè decente. Figurati tendere una trappola all’assassino della Kety!»
E diede una pacca sulla spalla di Stagista, che era comparso proprio in quel momento.
«Bene.» disse il capo, battendo le mani «Si torna al lavoro ora. Stagista, tu portami un caffè. E vedi di impegnarti questa volta, eh?»
Tutti risero. Anche Programmatore4, nonostante la paura del momento.
Tornò in ufficio e pensò al futuro.
Ora sarebbe diventato il numero 3.

21 dicembre
21 dicembre