«Sai cosa mi ha chiesto la Kety?» disse l’Uomo che Sorride.
Lory rimase in silenzio.
«Voleva che licenziassi uno di voi.» proseguì l’uomo, interpretando positivamente la mancata risposta della grafica.
Calò il gelo nell’ufficio.
«Non ci posso credere.»
«Rimarresti ancora più sorpresa se sapessi chi voleva fare fuori. E soprattutto perché.»
«Non me la bevo.»
«Non sei curiosa? Strano. Non eravate grandi amiche?»
«Non capisco dove vuoi arrivare.»
«Io credo di sì. Due amiche e un aitante Programmatore di mezzo. Una storia vecchia come il mondo.»
Lory sbiancò.
«Non pensavo che lei…»
«Su, su. Non fare l’innocentina. Ti è sempre piaciuto fregare i nuovi programmatori alla Kety. E sai che lei ci soffriva.»
«Con 3 non ho mai fatto niente!» si difese lei.
Il capo sorrise, conciliante, come si fa con un bambino a cui bisogna spiegare tutto.
«Sappiamo benissimo che Programmatore3 ama svisceratamente solo il collo della sua bottiglia di Coca-Cola, o di bevande più alcoliche. Non prendiamoci in giro, ok?»
Lory continuò nel suo silenzio. Tutta la forza con cui aveva deciso di affrontare il suo capo stava svanendo.
«Facciamo un’altra ipotesi.» disse l’uomo «Mettiamo che lei ti odiasse per questi tuoi giochetti. Mettiamo che tu le sveli, imprudentemente, un segreto su di me. Mettiamo anche che lei decida di ricattarmi per vendicarsi di te.»
«Ma io non potevo saperlo!» gridò lei.«Le tue ipotesi sono patetiche!»
L’Uomo che Sorride aprì le braccia, in un gesto che poteva dire tutto e niente.
«Ma certo, io ti credo. Il problema che devi porti è: ci crederà anche la polizia?»
Forse Lory avrebbe replicato, se non fosse entrato in quel momento Stagista. Il ragazzo allungò un plico all’Uomo che Sorride, che prese i documenti e tornò a concentrarsi sulla ragazza.
«Non l’ho visto entrare…» disse Lory, quando Stagista fu fuori dalla porta.
«Nemmeno io, ma che importa? Ricordati invece che c’è un’indagine in corso. Il colpevole sarà scoperto? Io lo spero.»
E sorrise.
«Tu no?»

18 dicembre
18 dicembre